AMELIO E LA SCUOLA COM'ERA
2015
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AMELIO E LA SCUOLA COM'ERA
Date: 29/10/2015
ARTE | CULTURA | SPETTACOLO
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AMELIO E LA SCUOLA COM'ERA di DANIELA D'ISA
Il secondo film italiano alla Festa del Cinema di Roma è in bianco e nero: documentari dell’epoca fascista, letterine appassionate scritte dai bambini di allora al Duce. Lo sposo imbarazzato perché non sa scrivere il suo nome nel registro del matrimonio. E poi, quando sono passati alcuni anni, non sa leggere neppure la letterina che gli ha scritto la sua prima figlia. La scuola del regime e la piaga dell’analfabetismo. Per chi era bambino negli Anni Cinquanta le immagini del film “archivio” di Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani,“Registro di classe”, riportano alla memoria
grembiuli con il fiocco, banchi di legno inclinati, lavagne nere con i gessetti....Gianni Amelio ha detto in conferenza stampa che ha provato a fare un film di finzione su quella che chiamavano' la scuola dell’obbligo' (“che brutta definizione - dice il regista dei “Ragazzi di via Panisperna”- l’ho sempre odiata, bisognava chiamarla “scuola di diritto”), ma non c'è l’ha fatta e ha ,così,ripercorso un viaggio nelle classi elementari italiane dal 1900 al 1960 visionando gli archivi dell’Istituto Luce, le teche Rai e quelle del MIUR. “I registri di classe – rileva Amelio - servivano per annotare le assenze e i voti degli alunni, ma vicino ad ogni nome veniva scritta la professione del padre, poiché quella della madre o non esisteva perché era casalinga o non interessava. C’erano le scuole popolari per gli adulti la sera dopo il lavoro e le classi “differenziali” dove venivano mandati i bambini con disturbi nell’apprendimento, ma che poi guarda caso erano anche scelti tra i meno abbienti.
“Allora- continua Amelio- i maestri avevano difficoltà con i bambini perché tutti parlavano in dialetto e non conoscevano l’italiano, oggi però le stesse difficoltà magari le hanno con i bambini che a casa parlano rumeno”.
Il primo capitolo (ne seguiranno altri)del viaggio nel mondo della “scuola di diritto” finisce con un accenno alla rivoluzione che don Milani realizzò negli Anni Cinquanta nel borgo di Barbiana, vicino a Firenze. I suoi metodi innovativi furono molto criticati.
Roberto Cicutto, Presidente dell’Istituto Luce-Cinecittà, annuncia che il film avrà passaggi televisivi, nelle sale per gli alunni e diventerà un dvd.
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